martedì 14 gennaio 2014

IL VIAGGIO DELL'EROE

 
MYThOS & LOGOS
Associazione per la diffusione della cultura e delle discipline olistiche
Via San Martino in Campo 7 -50056, Capraia e limite, fi
IL VIAGGIO DELL’EROE
introduzione

E dove avevamo creduto di trovare un mostro, troveremo un dio; dove avevamo previsto di uccidere, ci sacrificheremo, dove credevamo di dover proseguire, troveremo il centro della nostra esistenza, dove avevamo creduto di essere soli, troveremo tutta l’umanita’.

Questo “viaggio” si articolera’ attraverso una serie di incontri serali dove verranno illustrate varie tematiche, per definire un “percorso” finalizzato alla acquisizione e comprensione di informazioni che potranno darci una visione piu’ ampia dei temi trattati e condurci ad una nuova personale e migliore scelta, fondata su un maggior numero di conoscenze, per generare una superiore qualita’ di vita e di pensiero piu’ elevato e soddisfare la nostra curiosita’ e desiderio di crescere interiormente e diventare piu’”adulti”.

Cercheremo di attivare la comprensione di una grammatica dei simboli, per penetrare il mistero delle verita’ mascherate dietro le immagini della religione e della mitologia attraverso l’esposizione di una casistica di miti, filmati, racconti, lasciando che i simboli parlino da se’.

Ci serviremo di proiezioni di filmati, realizzati dall’autore, di racconti di miti e dei contributi di tutti i presenti, per cercare di non smarrirci in un deserto di informazioni, spesso fallaci, tendenziose, risibili o in contrasto con la nostra ragione. Scopriremo in questo viaggio i simboli della mitologia che non possono essere inventati, controllati o aboliti, in quanto essi sono produzioni spontanee della psiche e ciascuno di noi ne conserva intatto il potere germinativo.
Scopriremo che in mancanza di una effettiva mitologia generale, ciascuno di noi possiede il proprio personale, intimo, pantheon di miti che si rivelano attraverso i nostri sogni.
La nostra sara’ una esposizione comparativa fra diversi miti, religioni, filosofie che potra’ contribuire alla unificazione di una visione che non sia strettamente  ecclesiastica, politica, o esoterica, ma nel senso di una reciproca comprensione fra gli esseri umani.

Freud e Jung ci hanno ampiamente e in modo irrefutabile dimostrato che gli eroi e i fatti del mito sopravvivono nel tempo presente.

ALCUNI DEI TEMI CHE VERRANNO TRATTATI:

La madre, LA DONNA, LA DEA
L’uomo viene alla luce troppo presto e rimane per un lungo periodo inabile e incapace di affrontare la vita. Sua unica difesa contro un universo pieno di pericoli  e’ la madre, la cui protezione fornisce all’infante un prolungamento del periodo intrauterino, il loro rapporto diviene una simbiosi fisica e psichica, e ogni prolungata assenza della madre produce nell’infante tensioni e impulsi aggressivi, allo stesso modo, quando la madre e’ costretta a limitare  la liberta’ del bambino, si sviluppano in lui reazioni aggressive.
L’oggetto della sua avversione si identifica cosi’ anche nell’oggetto del suo amore e il suo primo ideale (del bambino) e’ costituito nel nostro contesto occidentale dalla figura della unita’ dualistica della Madonna con il figlio.
E questa fatale distribuzione infantile di impulsi erotici (libido) e di impulsi di morte (destrudo) costituisce la base del celebre complesso di Edipo nella quale Freud riconobbe la nostra incapacita’ a comportarsi come esseri razionali o da adulti.
Gli stimoli provenienti dal mondo esterno spesso svegliano le energie sopite in noi aprendo la via verso l’avventura sognata e temuta che e’ la scoperta di noi stessi. La distruzione del mondo che ci siamo costruiti e in cui viviamo e di noi stessi, e poi la ricostruzione di una vita piu’ libera, piu’ pulita, piu’ ampia, ecco quali sono le promesse del viaggio dell’eroe che inizia attraverso l’emersione di nostri  visitatori notturni (i sogni) che escono dal regno mitologico e che rechiamo in noi.

Fate attenzione ai vOSTRI sogni

Se si considerano i riti delle tribu’ primitive e delle grandi civilta’; del passato ci appare chiaro che essi avevano lo scopo e il preciso effetto di assistere gli uomini durante quei processi di trasformazione che impongono di mutamenti nel conscio e nell’inconscio.
I cosiddetti riti di passaggio, comportavano invariabilmente delle pratiche che erano tese ad eliminare dalla mente le tendenze, gli affetti, le abitudini dello stadio precedente, ai quali seguiva un priodo piu’ o meno lungo in solitudine, durante il quale si seguivano cerimonie intese a presentare  all’iniziato le forme e i sentimenti della sua nuoiva condizione, cosi’ che il suo ritorno nel mondo normale avrebbe costituito per lui una seconda nascita.

DIVENTARE ADULTI
Nel nostro contesto attuale invece si assiste al fenomeno opposto, il fine non e’ piu’ di diventare adulti, ma di rimanere bambini, non l’emanciparsi dalla dipendenza materna ma prolungarla all’infinito. E cosi, mentre i mariti, divenuti ormai, avvocati, commercianti, o industriali secondo il desiderio dei genitori, continuano ad adorare gli idoli della loro infanzia, le loro mogli, dopo quattordici anni di matrimonio e dopo aver messo al mondo e allevato un paio di figlioli, stanno ancora cercando disperatamente l’amore – quell’amore che potranno trovare soltanto nei centauri, nei sileni, e negli altri mostri concupiscenti che popolano i loro sogni, o negli eroi dei nostri film.
Questo ci dimostra che questi simboli sono necessari alla psiche tanto che, se non vengono forniti dall’esterno, mediante il mito e i riti, si sviluppano autonomamente dentro di noi e si presentano a noi nel sogno. Senza il loro intervento infatti le nostre energie rimarrebbero confinate per sempre nel regno banale e anacronistico dell’infanzia. I normali simboli dei nostri desideri e dei nostri timori si trasformano, nell’avanzare della nostra vita, nei loro contrari, perche’ l’avversario non e’ piu’ la vita, ma la morte.
Noi compiamo un circolo completo, dalla tomba del grembo al grembo della tomba, la nostra non e’ che un ambigua enigmatica escursione entro un mondo concreto che ben presto si dissolve intorno a noi, come le immagini di un sogno. E se ci volgiamo a considerare quella che avrebbe dovuta essere la nostra unica, misteriosa e pericolosa avventura, scopriamo che essa e’ stata soltanto un susseguirsi di puntuali metamorfosi, le stesse subite per millenni da tutti gli esseri umani in tutti gli angoli della terra.

LA NASCITA DELL’EROE INTERIORE
Come gli antichi riti di passaggio insegnavano all’individuo a staccarsi radicalmente dal proprio passato e a nascere una seconda volta alla vita, cosi’ le solenni cerimonie di investitura lo spogliavano della propria personalita’ per vestirlo del manto della sua vocazione.
In definitiva l’eroe e’ l’uomo che si e’ volontariamente sottomesso, ma a che cosa?
Questo e’ l’enigma che dobbiamo affrontare, e la principale virtu’ dell’’eroe e’ proprio quella di averlo risolto.
Il primo passo e’ quello di un trasferimento dei nostri interessi dal mondo esterno a quello interiore, dal macrocosmo al microcosmo un passaggio dalla desolazione del deserto alla pace del regno eterno che e’ in noi, dove si sono rifugiati tutti gli orchi, gli eroi, le immagini favolose dell’infanzia, qui risiedono inoltre tutte  quelle energie vitali che non siamo riusciti a portare con noi nella maturita’ e che non sono ancora sopite ma ben presenti nel nostro inconscio.
Gli archetipi da scoprire e assimilare sono le immagini fondamentali della mitologia, dei riti, e delle visioni.
Il sogno e’ la versione individuale del mito, il mito e’ la versione collettiva del sogno.
Ma nel sogno le immagini si diversificano per ciascun individuo a seconda della particolare natura dei suoi affanni, mentre i problemi e le soluzioni poste dal mito sono direttamente validi per tutto il genere umano.
L’eroe e’ percio’ colui o colei che ha saputo superare le proprie limitazioni personali e ambientali e raggiungere le forme universalmente valide, e il suo compito e’ quello di ritornare fra noi trasfigurato, a svelarci il mistero del rinnovamento della vita.
E per coloro che non seguono ne’ un richiamo interiore ne’ alcuna dottrina esterna la situazione diviene veramente disperata; cioe’ per la maggior parte di noi, prigionieri di questo labirinto esterno e interiore, privi ancora della nostra Arianna, per uscire da questo nostro personale labirinto dobbiamo seguire allora soltanto il filo svolto dall’eroe.

E dove avevamo creduto di trovare un mostro, troveremo un dio; dove avevamo previsto di uccidere, ci sacrificheremo, dove credevamo di dover proseguire, troveremo il centro della nostra esistenza, dove avevamo creduto di essere soli, troveremo tutta l’umanita’.
STEFANO PAOLETTI
WWW.MYTHOSELOGOS.IT

OGNI LUNEDI DAL 20 GENNAIO 2014
ORE 21,30 

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