MYThOS
&
LOGOS
Associazione
per la diffusione della cultura e delle discipline olistiche
Via
San Martino in Campo 7 -50056, Capraia e limite, fi
IL
VIAGGIO DELL’EROE
introduzione
E
dove avevamo creduto di trovare un mostro, troveremo un dio; dove
avevamo previsto di uccidere, ci sacrificheremo, dove credevamo di
dover proseguire, troveremo il centro della nostra esistenza, dove
avevamo creduto di essere soli, troveremo tutta l’umanita’.
Questo
“viaggio” si articolera’ attraverso una serie di incontri
serali dove verranno illustrate varie tematiche, per definire un
“percorso” finalizzato alla acquisizione e comprensione di
informazioni che potranno darci una visione piu’ ampia dei temi
trattati e condurci ad una nuova personale e migliore scelta,
fondata su un maggior numero di conoscenze, per generare una
superiore qualita’ di vita e di pensiero piu’ elevato e
soddisfare la nostra curiosita’ e desiderio di crescere
interiormente e diventare piu’”adulti”.
Cercheremo
di attivare
la
comprensione di una grammatica dei simboli, per penetrare il mistero
delle verita’ mascherate dietro le immagini della religione e della
mitologia attraverso l’esposizione di una casistica di miti,
filmati, racconti, lasciando che i simboli parlino da se’.
Ci
serviremo di proiezioni di filmati, realizzati dall’autore, di
racconti di miti e dei contributi di tutti i presenti, per cercare di
non smarrirci in un deserto di informazioni, spesso fallaci,
tendenziose, risibili o in contrasto con la nostra ragione.
Scopriremo in questo viaggio i simboli della mitologia che non
possono essere inventati, controllati o aboliti, in quanto essi sono
produzioni spontanee della psiche e ciascuno di noi ne conserva
intatto il potere germinativo.
Scopriremo
che in mancanza di una effettiva mitologia generale, ciascuno di noi
possiede il proprio personale, intimo, pantheon di miti che si
rivelano attraverso i nostri sogni.
La
nostra sara’ una esposizione comparativa fra diversi miti,
religioni, filosofie che potra’ contribuire alla unificazione di
una visione che non sia strettamente ecclesiastica, politica, o
esoterica, ma
nel senso di una reciproca comprensione fra gli esseri umani.
Freud
e Jung ci hanno ampiamente e in modo irrefutabile dimostrato che gli
eroi e i fatti del mito sopravvivono nel tempo presente.
ALCUNI
DEI TEMI CHE VERRANNO TRATTATI:
La
madre, LA DONNA, LA DEA
L’uomo
viene alla luce troppo presto e rimane per un lungo periodo inabile e
incapace di affrontare la vita. Sua unica difesa contro un universo
pieno di pericoli e’ la madre, la cui protezione fornisce
all’infante un prolungamento del periodo intrauterino, il loro
rapporto diviene una simbiosi fisica e psichica, e ogni prolungata
assenza della madre produce nell’infante tensioni e impulsi
aggressivi, allo stesso modo, quando la madre e’ costretta a
limitare la liberta’ del bambino, si sviluppano in lui
reazioni aggressive.
L’oggetto
della sua avversione si identifica cosi’ anche nell’oggetto del
suo amore e il suo primo ideale (del bambino) e’ costituito nel
nostro contesto occidentale dalla figura della unita’ dualistica
della Madonna con il figlio.
E
questa fatale distribuzione infantile di impulsi erotici (libido) e
di impulsi di morte (destrudo) costituisce la base del celebre
complesso di Edipo nella quale Freud riconobbe la nostra incapacita’
a comportarsi come esseri razionali o da adulti.
Gli
stimoli provenienti dal mondo esterno spesso svegliano le energie
sopite in noi aprendo la via verso l’avventura sognata e temuta che
e’ la scoperta di noi stessi. La distruzione del mondo che ci siamo
costruiti e in cui viviamo e di noi stessi, e poi la ricostruzione di
una vita piu’ libera, piu’ pulita, piu’ ampia, ecco quali sono
le promesse del viaggio dell’eroe che inizia attraverso l’emersione
di nostri visitatori notturni (i sogni) che escono dal regno
mitologico e che rechiamo in noi.
Fate
attenzione ai vOSTRI sogni
Se
si considerano i riti delle tribu’ primitive e delle grandi
civilta’; del passato ci appare chiaro che essi avevano lo scopo e
il preciso effetto di assistere gli uomini durante quei processi di
trasformazione che impongono di mutamenti nel conscio e
nell’inconscio.
I
cosiddetti riti di passaggio, comportavano invariabilmente delle
pratiche che erano tese ad eliminare dalla mente le tendenze, gli
affetti, le abitudini dello stadio precedente, ai quali seguiva un
priodo piu’ o meno lungo in solitudine, durante il quale si
seguivano cerimonie intese a presentare all’iniziato le forme
e i sentimenti della sua nuoiva condizione, cosi’ che il suo
ritorno nel mondo normale avrebbe costituito per lui una seconda
nascita.
DIVENTARE
ADULTI
Nel
nostro contesto attuale invece si assiste al fenomeno opposto, il
fine non e’ piu’ di diventare adulti, ma di rimanere bambini, non
l’emanciparsi dalla dipendenza materna ma prolungarla all’infinito.
E cosi, mentre i mariti, divenuti ormai, avvocati, commercianti, o
industriali secondo il desiderio dei genitori, continuano ad adorare
gli idoli della loro infanzia, le loro mogli, dopo quattordici anni
di matrimonio e dopo aver messo al mondo e allevato un paio di
figlioli, stanno ancora cercando disperatamente l’amore –
quell’amore che potranno trovare soltanto nei centauri, nei sileni,
e negli altri mostri concupiscenti che popolano i loro sogni, o negli
eroi dei nostri film.
Questo
ci dimostra che questi simboli sono necessari alla psiche tanto che,
se non vengono forniti dall’esterno, mediante il mito e i riti, si
sviluppano autonomamente dentro di noi e si presentano a noi nel
sogno. Senza il loro intervento infatti le nostre energie
rimarrebbero confinate per sempre nel regno banale e anacronistico
dell’infanzia. I normali simboli dei nostri desideri e dei nostri
timori si trasformano, nell’avanzare della nostra vita, nei loro
contrari, perche’ l’avversario non e’ piu’ la vita, ma la
morte.
Noi
compiamo un circolo completo, dalla tomba del grembo al grembo della
tomba, la nostra non e’ che un ambigua enigmatica escursione entro
un mondo concreto che ben presto si dissolve intorno a noi, come le
immagini di un sogno. E se ci volgiamo a considerare quella che
avrebbe dovuta essere la nostra unica, misteriosa e pericolosa
avventura, scopriamo che essa e’ stata soltanto un susseguirsi di
puntuali metamorfosi, le stesse subite per millenni da tutti gli
esseri umani in tutti gli angoli della terra.
LA
NASCITA DELL’EROE INTERIORE
Come
gli antichi riti di passaggio insegnavano all’individuo a staccarsi
radicalmente dal proprio passato e a nascere una seconda volta alla
vita, cosi’ le solenni cerimonie di investitura lo spogliavano
della propria personalita’
per vestirlo del manto della sua vocazione.
In
definitiva l’eroe e’ l’uomo che si e’ volontariamente
sottomesso, ma a che cosa?
Questo
e’ l’enigma che dobbiamo affrontare, e la principale virtu’
dell’’eroe e’ proprio quella di averlo risolto.
Il
primo passo e’ quello di un trasferimento dei nostri interessi dal
mondo esterno a quello interiore, dal macrocosmo al microcosmo un
passaggio dalla desolazione del deserto alla pace del regno eterno
che e’ in noi, dove si sono rifugiati tutti gli orchi, gli eroi, le
immagini favolose dell’infanzia, qui risiedono inoltre tutte
quelle energie vitali che non siamo riusciti a portare con noi nella
maturita’ e che non sono ancora sopite ma ben presenti nel nostro
inconscio.
Gli
archetipi da scoprire e assimilare sono le immagini fondamentali
della mitologia, dei riti, e delle visioni.
Il
sogno e’ la versione individuale del mito, il mito e’ la versione
collettiva del sogno.
Ma
nel sogno le immagini si diversificano per ciascun individuo a
seconda della particolare natura dei suoi affanni, mentre i problemi
e le soluzioni poste dal mito sono direttamente validi per tutto il
genere umano.
L’eroe
e’ percio’ colui o colei che ha saputo superare le proprie
limitazioni personali e ambientali e raggiungere le forme
universalmente valide, e il suo compito e’ quello di ritornare fra
noi trasfigurato, a svelarci il mistero del rinnovamento della vita.
E
per coloro che non seguono ne’ un richiamo interiore ne’ alcuna
dottrina esterna la situazione diviene veramente disperata; cioe’
per la maggior parte di noi, prigionieri di questo labirinto esterno
e interiore, privi ancora della nostra Arianna, per uscire da
questo nostro personale labirinto dobbiamo seguire allora soltanto il
filo svolto dall’eroe.
E
dove avevamo creduto di trovare un mostro, troveremo un dio; dove
avevamo previsto di uccidere, ci sacrificheremo, dove credevamo di
dover proseguire, troveremo il centro della nostra esistenza, dove
avevamo creduto di essere soli, troveremo tutta l’umanita’.
STEFANO
PAOLETTI
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